Soli in mezzo ai versi

Salvata in corner, in una partita giocata tra dubbio e senso di inadeguatezza. Questo non è un blog di recensioni, ribadisco. A me stessa soprattutto. Innanzitutto perchè non sarei in grado di recensire libri, film, canzoni, non nella maniera corretta, che ci si aspetta. Non rispettando i canoni  delle giuste e rigide regole metriche, retoriche, stilistiche, sintattiche. E poi perchè francamente non mi interessa; lascio fare questo lavoro a chi sa e vuole farlo. E chi non sa farlo per niente spesso lo fa comunque: nell’impero della rete dove tutto è possibile e tutto può essere detto e avallato ci sono siti in cui lettori dal presunto senso critico fanno a fettine i capolavori di Shakespeare, Hemingway, Kafka classificandoli come noiosi, non ben sviluppati, incomprensibili.

Bene. Queste pagine di ottima cultura mi hanno salvata dicevo dal timore di scrivere post inesperti, eccessivi, inutili. Probabilmente lo sono ma ora almeno sono certa che ciò non mi interessa nè preoccupa. QuellocheVale parla di poesia, dunque già parte in salita: prima ancora che giustificare certi temi nel mio caso si tratta di giustificare il blog stesso.  – Ma perchè apri un blog di poesia? Scusa, aprine uno di ricette, di sesso, di sopravvivenza casalinga, di cura delle piante. Un blog di recensione dei blog no? Ti butti anche tu nel tritacarne di quella rete e sei sicura che almeno qualcuno ti legge

In un paio dei primi post ho affrontato la questione e proprio perchè è molto difficile che un blog di poesia sia seguito come altri, è il caso di sottolinearla di nuovo.

Ho aperto un blog di poesia perchè sono appassionata di poesia e perchè la poesia è ovunque. O meglio è in tanti luoghi. Che certamente sono i versi di Ungaretti ma anche, una canzone sconosciuta, la scena di un film, un quadro, un graffito, un tramonto, l’unica frase risparmiata in mezzo a tante dette.

E nei posti in cui non si trova poesia forse dovrebbe essercene, e se ne sente la mancanza. Io per lo meno la sento. E dunque questa duplice esigenza e volontà, da un lato di fotografare il poetico dove c’è e dall’altro di riempire dove non c’è, mi ha portata sia a scrivere poesie che a scrivere di poesia.

Mi sembra già qualcosa per meritare un posticino nell’etere.

Dunque grazie a tutti gli a-poetici che con la loro tristezza atavica mi ricordano ogni giorno dove non voglio essere ma grazie anche a tutti gli altri, che credono nella poesia, e la compongono, chi con le mani, chi con le idee, chi senza saperlo. Come l’indimenticabile postino di Neruda Massimo Troisi, che imparò a fare metafore senza sapere cosa fossero.

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